sabato 31 marzo 2007

Pietro Mennea



Pietro Paolo Mennea (Barletta, 28 giugno 1952) è un atleta italiano.
Olimpionico (1980) e detentore del record del mondo dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 (con il tempo di 19”72).
Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971, quando debuttò ai Campionati europei con un terzo posto nella staffetta 4x100 m. Fece il suo debutto olimpico a Monaco di Baviera, ai Giochi estivi del 1972, dove raggiunse la finale dei 200 m, la specialità nella quale era più forte. Tagliò il traguardo al terzo posto, dietro al sovietico Valeri Borzov e all'americano Larry Black. A questa sarebbero seguite altre tre finali olimpiche nella stessa specialità.
Ai Campionati europei del 1974, Mennea vinse l'oro nei 200 davanti al pubblico di casa di Roma, e si piazzò secondo nei 100 (dietro a Borzov, suo rivale storico) e nella staffetta veloce. Dopo alcune prestazioni deludenti, nel 1976 Mennea decise di saltare i Giochi Olimpici, ma il pubblico italiano protestò, e Mennea andò a Montreal. Riuscì a qualificarsi per la finale, ma vide l'oro finire nelle mani del giamaicano Don Quarrie, mentre a lui rimase un inutile quarto posto. Lo stesso risultato venne raggiunto nella staffetta 4x100, mancando di poco il bronzo. Nel 1978, a Praga, difese con successo il suo titolo europeo dei 200, ma mostrò le sue doti anche sulla distanza più breve, vinta anch'essa. In quell' anno si aggiudicò anche l' oro nei 400 m agli europei al coperto.
Nel 1979, Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi, che si disputavano sulla pista di Città del Messico, posta ad alta quota. Il tempo con cui vinse i 200, 19"72, era il record del mondo. Anche se questo record resistette per 17 anni, viene spesso svalutato dal fatto che fu ottenuto correndo ad alta quota (va comunque fatto notare che Mennea detenne anche il record del mondo a livello del mare dal 1980 al 1983 con 19"96, tempo stabilito nella sua città natale, Barletta). Il record venne battuto da Michael Johnson agli US Trials per le Olimpiadi del 1996.
In quanto detentore del primato mondiale, Mennea era senz'altro uno dei favoriti per l'oro olimpico a Mosca anche a causa del boicottaggio statunitense delle Olimpiadi del 1980. Nella finale dei 200, Mennea affrontò il campione uscente Don Quarrie e il campione dei 100 Allan Wells. Wells sembrò dirigersi verso una vittoria netta ma Mennea gli si avvicinò sul rettilineo e lo sopravanzò negli ultimi metri, aggiudicandosi l'oro per 2 centesimi di secondo. Si aggiudicò anche il bronzo con la staffetta 4X400.
Il 22 marzo 1983 stabilì sulla pista del Comunale di Cassino il record mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14.8 secondi. Questo record è tuttora imbattuto.
Mennea, soprannominato la Freccia del Sud, annunciò il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Comunque ritornò sui suoi passi e vinse la medaglia di bronzo nei 200 e quella d'argento con la staffetta 4X100 nella prima edizione dei Campionati del mondo di atletica leggera di Helsinki 1983. Un anno dopo, scese in pista nella sua quarta finale olimpica consecutiva dei 200, primo atleta al mondo a compiere tale impresa. In quest'occasione, anche se campione uscente, terminò al settimo posto e, a fine stagione, si ritirò dalle competizioni per la seconda volta. Ancora una volta, Mennea fece il suo ritorno e gareggiò nelle sue quinte Olimpiadi a Seul ma questa volta, sempre nei 200, non riuscì ad andare oltre le batterie.
Dopo essersi laureato in giurisprudenza, scienze politiche e scienze dell'educazione motoria, oggi Pietro Mennea esercita la professione di avvocato e di docente universitario di diritto dello sport. È stato eletto al Parlamento Europeo nel 1999.
Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla Fondazione Pietro Mennea Onlus per la Ricerca e lo Sport, con lo scopo primario di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.

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