martedì 27 novembre 2007

Le Lesioni Muscolari




L’indolenzimento (affaticamento):
è una reazione muscolare globale dolorosa alla palpazione, compare 24/48 ore
dopo lo sforzo, non è dolorosa a riposo; la sedazione deve essere ottenuta entro 4 giorni; la terapia consigliata consiste in applicazioni di calore locale, massaggi morbidi, sauna, bagni caldi.

Il crampo:
è una contrattura dolorosa intensa e involontaria del muscolo con accorciamento massimo delle fibre, si manifesta durante l’attività; si consiglia uno stiramento regolare ed energico dei punti di inserzione del muscolo, applicazioni di calore, massaggi, riposo per 24/48 ore, idratazione dell’atleta.

La contrattura:
è uno stato muscolare doloroso a riposo, allo stiramento e soprattutto alla contrazione contro
resistenza. Il lavoro eccessivo provoca un aumento di acido lattico, il dolore compare progressivamente durante o subito dopo lo sforzo. In alcuni casi la contrattura può nascondere una lesione (stiramento o strappo) occorre quindi prestare la massima prudenza. Sarà necessario osservare un periodo di riposo di 2/4 giorni, evitare assunzione di carni rosse e spezie, idratarsi bene, applicare calore localmente.


Lesione muscolare di 1° grado:
In questo tipo di lesione sono danneggiate solo poche fibre muscolari ed il danno anatomico è modesto. Il dolore compare spesso alla fine dell'impegno sportivo e, a volte, persino il giorno seguente. La caratteristica del dolore, comunque localizzato al ventre muscolare, è quella di accentuarsi con la contrazione attiva e con lo stiramento passivo del muscolo stesso.
La diagnosi si pone interrogando l'atleta sui tempi di comparsa del dolore e verificando, con molta cautela, l'accentuazione dello stesso nella contrazione e nello stiramento del muscolo interessato.La terapia si basa sul riposo (generalmente dai 4-5 ai 12-14 giorni), sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori e miorilassanti e sulla graduale ripresa dell'attività sportiva.

Lesione muscolare di 2° grado:
E' la forma di media gravità ed interessa un numero maggiore di fibre muscolari.
Il dolore è molto più acuto e compare durante una violenta contrazione del muscolo, con una sensazione di "allungamento" del muscolo stesso; è accompagnato da una più o meno accentuata "impotenza funzionale" (spesso a "caldo" gli atleti riescono comunque a terminare la gara, mentre alla fine della stessa la sintomatologia dolorosa peggiora).Le caratteristiche del dolore sono simili a quelle della lesione di 1° grado anche se più gravi.La terapia prevede un periodo di riposo più lungo (14-30 giorni) ed un'accurata rieducazione funzionale prima della ripresa della attività sportiva specifica. Sono utili i preparati antinfiammatori e miorilassanti e le pomate contenenti eparina, applicate per impacco (non per massaggio!) allo scopo di favorire il riassorbimento dell'ematoma.
Per abbreviare i tempi di recupero, nelle lesioni di gravità lieve e media, si può praticare l'infiltrazione locale di farmaci antiedema, antinfiammatori e miorilassanti, utilizzando le tecniche della Mesoterapia, ed applicare una fasciatura elastica adesiva medicata sulla zona della lesione.

Lesione muscolare di 3° grado:
L'alto numero di fibre muscolari lesionate in questo grado di lesione muscolare comporta la "soluzione di continuità" anatomica del muscolo, percepibile alla palpazione come uno "scalino" nel contesto del ventre muscolare.
Il dolore violentissimo determina una completa impotenza funzionale e si rende sempre evidente un ematoma, dolente alla palpazione.
La terapia si basa essenzialmente su un lungo periodo di riposo (l-2 mesi) e talvolta si rende necessaria l'immobilizzazione in apparecchio gessato per 15-20 giorni.
La ripresa dell'attività atletica deve essere estremamente cauta: talvolta la voluminosa cicatrice presente può essere fonte di dolore per lungo tempo.

La forma più grave di lesione muscolare, la rottura completa di un ventre muscolare, richiede un trattamento chirurgico entro i primissimi giorni; occorre sottolineare che la prognosi delle lesioni muscolari acute più gravi è da considerarsi riservata per quanto riguarda il pieno recupero sportivo, anche quando venga instaurato un trattamento terapeutico corretto: importantissima è la prevenzione di questi traumi, da ottenere con adeguata preparazione fisica, riscaldamento accurato della muscolatura, stretching preparatorio e defaticante e corretta terapia delle forme di lesione meno gravi.

COME AGIRE:

L'abbondante vascolarizzazione del muscolo scheletrico determina, in occasione di una lesione, la fuoriuscita di una certa quantità di sangue: nei casi lievi il sangue rimane localizzato all'interno del ventre muscolare, mentre nei casi più gravi si superficializza, distendendo la fascia muscolare e costituendo veri e propri ematomi.
Le fibre interrotte hanno scarso potere di rigenerazione; il processo di riparazione avviene quindi con formazione di tessuto cicatriziale, le cui proprietà elastiche risultano ovviamente inferiori a quelle del tessuto muscolare.Da queste considerazioni derivano alcuni consigli terapeutici validi per tutti i gradi delle lesioni muscolari acute:

1) è opportuna l'applicazione di ghiaccio sulla sede della lesione per diminuire l'eventuale fuoriuscita di sangue e l'edema reattivo ed ottenere quindi tempi di guarigione più brevi.

2) è assolutamente da evitare qualunque forma di massaggio o di manipolazione, nonché qualunque forma di calore, interventi controindicati in quanto determinano l'evoluzione dell'ematoma verso l'ossificazione intramuscolare circoscritta dopo la cicatrizzazione della lesione (da verificare preferibilmente con un esame ecografico) è opportuno rieducare la muscolatura mediante esercizi di allungamento (stretching) allo scopo di rielasticizzare, per quanto
possibile, il tessuto di riparazione.

3) non si devono accelerare mai i tempi di recupero, in quanto, nonostante tutte le possibili precauzioni, la presenza di una cicatrice fibrosa, cosi diversa funzionalmente dal tessuto muscolare (contrattilità, elasticità, resistenza meccanica inferiore), espone di per sé all'eventualità di recidive che raddoppierebbero i tempi di recupero.

2 commenti:

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